Voglio scrivervi di com’è la vita nel nostro villaggio a pochi decine di metri dal fronte.
Ogni giorno inizia al suono dei cannoni ed i bambini, quando possono andare a scuola, sentono i proiettili dei cecchini sibilare vicino loro.
Gli adulti cercano di andare a lavorare, ma è molto difficile lavorare con regolarità. Non sempre le strade sono sicure e le condizioni economiche delle aziende diventano ogni giorno sempre più difficili.
Le paghe sono da miseria e le pensioni, quando arrivano, ancor più inconsistenti. Molti tentano di andare via, ma a causa di questo le famiglie si rompono e i pochi uomini che riescono a trovare lavoro lontano devono lasciare sole le mogli e i loro bambini.
Le condizioni di vita dei nostri bambini purtroppo sono molto dure. Sono spaventati, intimiditi.
Non c’è infanzia oggi qui.
Tutti cerchiamo di distrarli, di scacciare dalla loro mente i pensieri cupi, ma non è semplice.
Fanno i compiti nelle cantine, a lume di candela quando al pomeriggio ritornano da scuola.
Ma qui bombardano in continuo, ogni giorno e le notti tranquille non le ricordiamo più.
Ormai i nostri bambini non ricordano nemmeno più la pace. Qualcuno non l’ha mai vissuta.
Ma dobbiamo, assolutamente dobbiamo sopravvivere a questa guerra.
Per noi ma soprattutto per tutti i nostri figli.
La psiche è disturbata ed è veramente impossibile per molti sopravvivere a loro stessi in questa situazione psichicamente e moralmente instabile. La speranza di una pace vicina ci sta abbandonando tutti.
Forse per noi Dio ha finito i miracoli.
Glubokoe, Gorlovka 23 febbraio 2019 – 5° anno di guerra
Portiamo via i bambini dalla guerra! Aiutali ora!