SOS Fatima Dzgoeva oggi ha 22 anni. E’ una delle 700 persone rimaste ferite e nell’attacco terroristico di Beslan del 2004. Fatima oggi ha bisogno di aiuto per non morire.
SOS Fatima Dzgoeva oggi ha 22 anni.
E’ una delle 700 persone rimaste ferite e nell’attacco terroristico di Beslan del 2004. Fatima oggi ha bisogno di aiuto per non morire.
12 anni fa nei terribili giorni del 1/3 settembre, Fatima allora bambina rimase ostaggio nella Scuola n. 1 della cittadina osseta con la madre e la sorellina.
La sorella morì bruciata nel fuoco della palestra. Fatima si salvò, fu letteralmente buttata all’esterno ma le sue condizioni di salute erano al limite della sopravvivenza. Una scheggia le fratturò l’emisfero destro del cranio. Fu ricostruito con cemento osseo, la fronte coperta con una placca di titanio.
All’inizio Fatima parlava con le mani, poi ha dovuto nuovamente imparare a parlare, a camminare …
La sua casa oggi è metà palestra e metà camera di ospedale dove, ogni giorno fa fisioterapia e si sforza di vivere. Tre anni fa il Ministero dell’istruzione a chiamò per sostenere l’esame di maturità: in tre materie sfiorò l’ottimo …
Da allora numerosi interventi chirurgici molto complessi hanno interessato il cranio e l’orecchio. Ora deve nuovamente essere operata in Germania per poter continuare a vivere. Ma l’operazione costa 1,8 milioni di rubli – 25mila euro.
Doveva essere nel maggio scorso ma non si trovarono i soldi necessari
Ora la gara di solidarietà è ripartita in Russia e la nostra Associazione vuole proseguire il rapporto con la città Beslan dando un segno della concreta solidarietà italiana dando il nostro contributo alla raccolta
Aiutaci anche Tu! Grazie
06.09.2016
Roberto F. 50 Euro
08.09.2016
Giuliana Z. 40 Euro
10.09.2016
Federico P. 100 Euro, Filippo G. 200 euro, Giuseppe C. 5 euro
11.09.2016
Alessandra I. 20 Euro, Elena F. 100 euro
12.09.2016
Emanuele L. 30 Euro
14.09.2016
14.09.2016 Danilo P. 20 euro, Ganna M. 30 euro, Omar C. 50 euro
15.09.2016
Gianluca G. 30 Euro
TOTALE 675 Euro
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UN ARTICOLO DELLE IZVESTIJA 22 ottobre 2004
Fatima DZGOEVA: “Quando ero nella scuola la mamma mi raccontava”
Accanto alla camera della 10enne Fatima Dzgoeva c’è una sedia a rotelle. Alcune volte al giorno la zia Lana mette Fatima nella sedia a rotelle e va a far “visita” ai bambini delle camere vicino. Per l’irrequieta Fatima, che per più di un mese è rimasta solamente sdraiata a letto, è come un piccolo viaggio. Dopo essere stata ferita la metà sinistra del corpo di Fatima è rimasta paralizzata. Ora la ragazza si sta riprendendo ma la mano ancora non obbedisce
Fatima all’ospedale regionale di Rostov na Donu è stata trasportata in aereo nella notte del 5 settembre e subito operata – rimozione di una scheggia di metallo che durante l’esplosione le ha colpito la testa. Il deputato della Duma di stato Olga Borzov ha organizzata il volo dei bambini per l’ospedale do Rostov ospedale, poi ha portato questo pezzo estratto durante l’operazione a Mosca, per mostrarlo alla Duma di Stato. Dopo essere stata ferita Fatima ha avuto la metà sinistra del corpo paralizzata. Ora la ragazza sta bene, può muovere il piede sinistro ma la sua mano non risponde ai suoi comandi.
– Ieri il dottore non credeva ai suoi occhi – dice la zia di Fatima Lana. – Non mi aspettavo che Fatima in così poco tempo fosse in grado di sollevare la gamba. Quando è arrivata non riusciva nemmeno a girare la testa senza l’aiuto di qualcuno.
Su un letto di Fatima si trovano la dama e la tombola. Accanto – uno sgabello su cui si gioca a dama con l’infermeria che la segue. Libri ancora Fatima non può leggerli ed a volte ascolta con un lettore automatico “La Fabbrica delle stelle” e per tutto il tempo che le rimane, come dice la zia, sta zitta. Ricorda come dopo il sequestro della scuola fosse seduta in palestra con la sorella.
– L’acqua la bevevamo di nascosto in bagno – racconta Fatima. – Quando i terroristi hanno saputo che riuscivamo a bere hanno fatto dei buchi sul pavimento delle aule ed invece della toilette ci portavano lì. Quando ci siamo seduti nella palestra mi ricordo che la mamma raccontava. Fino alla prima esplosione, poi già non mi ricordo nulla
Per Fatima, come per tutti gli altri bambini, in ospedale ogni giorno arriva uno psicologo. Fatima non sorrideva più.
– Voglio la pasta! – protesta Fatima. – Sono stufa di questa pappetta gialla!
Non danno ancora la pasta (la bambina è ancora costretta ad indossare pannolini).
– Chiamo mia madre a Beslan per dire che non mi date la pasta! – minaccia Fatima.
Con la sua mamma parla instancabilmente al telefono cellulare che ha ricevuto di recente. Quasi non si stacca dal telefono.
– Quando ci hanno portato qui la gente arrivava continuamente, hanno donato soldi, ai bambini hanno donato giocattoli, libri – dice Lana Chatkarova. – Non ci aspettavamo così tanto dagli abitanti di Rostov che sono venuti a sostenerci. Abbiamo scritto i loro nomi ed un quaderno non è bastato
Nella camera di Fatima ci sono un sacco di peluche, poi è iniziata alla bambina un’allergia e quasi tutti i giocattoli hanno dovuto essere mandati a casa, a Beslan. Sul comodino di Fatima è rimasta una foto di una bambina con un bel vestito. Con bianche ali dietro la schiena ….
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