Partiti, finalmente partiti.
35 bambini e 5 accompagnatori del “nostro” villaggio di Miniera Gagarin – Glubokoe – ieri, con il sottofondo dei cannoni ucraini che da mesi non smettono di sparare, sono partiti.
Ormai è noto il tragitto: Gorlovka – Gelendžik, sulla costa del mar Nero, quasi 800 chilometri in pullman. Una notte ed un giorno di viaggio. IL VIAGGIO
Tutto l’anno i “nostri” bambini sognano questo momento. Lo sognano tutti i bambini del mondo, ma i bambini del Donbass in maniera esponenzialmente maggiore. Ed i più piccoli fanno ricordare a quelli che oggi hanno più anni di loro, come è stata la prima volta che sono stati al mare. Una festa. Una gioia indescrivibile.
Si, questo è proprio, per loro, un Mare di Pace.
Lontani dalla guerra, dal suono cupo, sempre presente dei canoni e dei mortai, dai cecchini, dai droni, dalle fughe negli scantinati e da tutto quello che hanno vissuto nella loro brevissima esistenza. La guerra, solo la guerra.
Dormire in pace, mangiare in pace, passeggiare in pace, giocare in pace.
Vivere in pace.
A noi sembra normale, ma nemmeno uno di questi bambini dalla loro nascita ha vissuto un solo giorno di Pace.
Il 28 giugno partirà il secondo gruppo, quelli della Parrocchia di San Serafino di Sarov di Donezk che andrà in Crimea, vicino a Feodosija. Per loro qualche giorno in più. Due settimane di pace.
Grazie a tutti quelli che hanno contribuito a questo miracolo annuale. Che hanno donato affinchè questi pochi bambini, in rapporto alle centinaia di migliaia di bambini del Donbass, potessero vivere per un breve periodo la Pace. Ma la portata simbolica del nostro progetto è immensa.
Si, perché se il governo italiano, se le istituzioni europee parlano da mesi solo di guerra, di armi, di bombe, aerei e obiettivi da bombardare, noi continuiamo pervicacemente a dimostrare, con i fatti, che per noi questi bambini non sono nemici. Sono solo bambini.
Persone umane che, a causa dei governanti dell’Occidente “democratico”, dal 2014 vengono uccisi, feriti, mutilati, Viene levata loro la vita. La scuola, la fanciullezza.
Continueremo a gridare la PACE, pace al Donbass e pace al popolo martoriato dell’Ucraina, perché ricordando Giorgio la Pira, “C’è un momento nella vita in cui gridare è il solo dovere”