Finalmente! Finalmente il mare, una vacanza di dieci giorni via dalla guerra, dai bombardamenti, dai cecchini …
Anche quest’anno, grazie ai nostro donatori siamo riusciti a portare via dalla guerra 43 bambini di Glubokoe (Gorlovka), anche se, per le vicende dell’epidemia, l’intervento che avevamo organizzato con un gruppo di psicologhe dell’Emergenza coordinate dalle prof.sse Moscardino e Scrimin dell’Università di Padova non si è potuto sviluppare. Confidiamo, se vi saranno le risorse finanziarie, di riproporlo nel 2021.
Per avere comunque un primo approccio e alcuni dati di fondo, nei giorni scorsi la coordinatrice delle nostra attività umanitarie del villaggio di Guboke (Gorlovka) è stata intervistata a distanza. Di seguito il breve report delle professoresse di Padova:
“Il giorno 2 luglio 2020 si è tenuto un primo incontro informativo a distanza tra le psicologhe Ughetta Moscardino e Sara Scrimin, docenti presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione (DPSS) dell’Università di Padova e Elena D., la referente di “Aiutateci a Salvare i Bambini” che da anni si occupa della gestione degli aiuti dall’Associazione facendo da tramite con un gruppo di famiglie locali residenti a Glubooe (Gorlovka), per raccogliere le prime informazioni sulle condizioni psicologiche e sociali dei bambini di queste famiglie.
Dall’incontro è emersa una situazione altamente complessa che vede intrecciarsi aspetti umanitari ulteriormente aggravati dall’attuale emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da COVID-19.
Glubokoe è un villaggio della periferia di Gorlovka e a circa 300 metri dal fronte. La città si trova a circa 40 km da Donetsk e circondato su tre lati dal fronte militare. La popolazione, composta da circa 250mila abitanti, è esposta a pesanti attacchi militari da quando è scoppiato il conflitto a seguito del referendum per l’indipendenza tenutosi nell’aprile del 2014. I civili vengono tenuti sotto pressione da parte degli ucraini e sono quotidianamente esposti ad attacchi dei cecchini che non esitano a colpire scuole, case e ospedali. Nonostante gli aiuti umanitari inviati dalla Russia, la situazione economica è molto grave ed è caratterizzata da alti livelli di disoccupazione e povertà, che si sono accentuate in seguito alla pandemia. Le famiglie vivono di stenti, molte coltivano un orto per l’autosostentamento.
Secondo quanto riportato da Elena, i bambini e gli adolescenti cercano di condurre una vita normale. Le scuole sono aperte e si cerca di svolgere le lezioni nel modo più regolare possibile. A causa della pandemia le lezioni dei mesi passati si sono svolte online. Questo ha comportato dei problemi perché solo pochi bambini hanno uno sporadico accesso alla rete.
Nonostante questa ricerca continua di normalità, alcuni bambini hanno sempre convissuto con la guerra (quelli nati dal 2014 in poi); tutti ogni giorno vivono in mezzo ai combattimenti e in caso di pericolo hanno imparato a scappare nei sotterranei (ossia cantine adibite a rifugio). Molti bambini sono rimasti orfani e alcuni sono mutilati a causa della guerra; spesso vivono con altri parenti (nonni, zii).
In questa situazione drammatica, i bambini mostrano una grande resilienza e, pur vivendo ogni giorno situazioni in cui nessun bambino dovrebbe mai trovarsi, riescono ancora a sorridere e ad apprezzare i momenti in compagnia dei loro amici e i brevi giochi all’aperto.
Questo breve incontro informativo ha permesso comprendere meglio una realtà di cui poco si parla e che ha bisogno invece di un forte sostengo da molti punti di vista. Sul piano psicologico, i bambini per stare meglio devono poter vedere soddisfatti i bisogni primari, in primis il sentirsi protetti e amati. Per questo motivo, il primo passo è sicuramente dare un supporto alle famiglie. A questo segue la necessità di offrire ai bambini dei momenti di pace e serenità dove poter essere finalmente bambini e sentirsi al sicuro da bombardamenti ed esplosioni”.
Dieci giorni sotto un cielo di Pace, mare, sole, rigenerazione psicofisica dalle paure vissute e che ancora dovranno vivere al loro rientro.
In attesa di mandare al mare un secondo gruppo di una ventina di bambini di una Parrocchia di Donezk e un altro centinaio di bambini di Zajcevo, villaggio martoriato dalla guerra.
Speriamo di riuscirci anche grazie a Voi !