Nel luglio 2015, a poche settimane dalla tragedia, inviavamo ad Anna una prima donazione di 1.700 euro per soddisfare i primi bisogni primari suoi e dei suoi due bambini. Poco dopo ci scrisse queste righe. Le ripubblichiamo per non dimenticare
“Era mezzogiorno. Mia figlia era tornata a casa da scuola e mi aveva detto: Mamma, fammi i complimenti ho finito la scuola con ottimi voti. Il 21 Maggio avevamo festeggiato il suo 11mo compleanno mentre bombardavano… Il 26 ero andata con i bambini ad abbeverare l’orto. Avevamo lasciato a casa Milana, addormentata e quasi appena nata.
Improvvisamente abbiamo sentito il fischio familiare delle bombe che cadevano vicino e abbiamo iniziato a correre verso casa. Appena a casa i bambini si erano nascosti in corridoio. Io ero l’ultima ed ero ancora in giardino quando ho sentito un sibilo, ho fatto appena in tempo ad entrare in casa che, proprio in quel momento, una bomba ci centrava in pieno. Mio marito era in piedi nel corridoio per guardare da dove venissero i colpi e quando ha visto il proiettile in volo verso di noi mi buttò, di peso, fuori.
C’è stata una seconda esplosione. Mi sono ripresa dallo shock subito dopo l’esplosione.
Ho visto che il mio braccio era scomparso. Ho sentito mio figlio Zachar gridare da sotto un cumulo di terra.
Ho scavato come potevo. Poi ho visto il corpo di mia figlia Katija 11 anni appena compiuti.
Il suo corpo era stato spezzato in due. Sono corsa in camera da letto per guardare Milana, nata il 12 maggio. Solo due settimane di vita. Lei era coperta di brandelli di corpo. Mio marito era stato ridotto a pezzi nell’esplosione. L’ambulanza non riuscì ad arrivare per moltissimo tempo a causa dei bombardamenti. Il mio meraviglioso marito Jura e la mia bellissima figlia Katja sono morti davanti ai miei occhi. Erano letteralmente fatti a pezzi. Zachar e Milana sono sopravvissuti.
Ora io, Zachar e Milana abbiamo perso tutto. Io non ho più il braccio, non ho più la casa, non ho più il marito, i miei figli sono senza padre. Non abbiamo più nulla!”.