Pubblichiamo un breve articolo della stampa russa su uno squarcio di storia della medicina russa negli anni ’90. Questa veloce, ma non leggera lettura, potrà dare un grande contributo alla comprensione delle motivazioni per le quali, nell’ormai lontano anno 2000 fondammo la nostra Associazione allo scopo di aiutare la rinascita della pediatria russa.
La morte della medicina russa negli anni ’90
Le riforme dell’economia di mercato della nuova Russia come un fulmine colpirono i cittadini, facendo sprofondare la maggioranza della popolazione al di sotto della soglia di povertà e mettendo per molti anni la sfera sociale sull’orlo di un abisso.
Senza esagerare possiamo affermare come la medicina russa più di tutto abbia sofferto – letteralmente in un lasso di tempo brevissimo (dal 1990 al 1994) – e sia scivolata dalla posizione di “migliore del mondo” al livello dei paesi più arretrati dell’Asia.
La posizione della leadership del paese durante questo periodo era estremamente chiara. Era necessario mantenere il potere a tutti i costi e fornire alle persone almeno le condizioni più misere per la loro sopravvivenza. La medicina pubblica in questi anni è stata completamente dimenticata. I medici sono sopravvissuti come meglio hanno potuto ed a causa della mancanza di stipendi e dalla popolazione disperata i più hanno lasciato la professione.
Atmosfera di guerra
Andare in ospedale per milioni di cittadini russi negli anni ’90 era simile alla frase “vado in prigione”. Non c’era cibo negli ospedali, non c’erano farmaci sufficienti. I medici e gli infermieri di tanto in tanto non venivano a lavorare: erano in sciopero o impegnati in altre attività part-time. Spesso in inverno non c’era riscaldamento, luci spente e mancanza di acqua.
C’è stato un caso in cui un ospedale prestasse ad un altro dei pacchi di cracker per nutrire in qualche modo i pazienti affamati.
I pazienti venivano salvati solo dai parenti che portavano costantemente vestiti puliti e biancheria da letto, portavano stufe elettriche nelle stanze dell’ospedale e preparavano il cibo. Per riscaldare in qualche modo le stanze portavano da casa gli apparecchi di riscaldamento. Molti che vissero quegli anni ricordano che “negli ospedali, per davvero, regnava l’atmosfera del tempo di guerra”.
La fame di personale
Se nel periodo sovietico era considerato incredibilmente difficile riuscire ad entrare in una scuola di medicina e la professione di medico era prestigiosa ed affidabile, negli anni ’90 divenne una delle professioni più evitate e sottopagate. E lo status sociale dei medici, in generale, scese ai più bassi livelli.
Dal 60 all’80 per cento degli studenti di medicina abbandonò gli studi al 2°- 3° anno. I giovani semplicemente non capivano il significato di intraprendere la carriera medica e la consideravano un investimento assolutamente senza prospettive rispetto all’investimento delle proprie forze.
Operarsi solo all’estero!
In Russia negli anni ’90, uno dopo l’altro, sono crollati interi rami della medicina specializzata. Chirurgia vascolare, chirurgia cardiaca, neurochirurgia e così via hanno praticamente cessato di esistere. I principali specialisti nazionali sono andati all’estero, in Israele, Germania, Stati Uniti, dove disponevano delle attrezzature adeguate e stipendi adeguati e pagati.
Il paese perse professionisti sanitari eccezionali ed ogni operazione chirurgica di una certa importanza fu eseguita solamente all’estero. Ma potevano permettersi un’operazione all’estero solo i “nuovi russi”, i nuovi padroni della vita russa, artisti famosi e gli showman, oltre che i banditi. E milioni di cittadini che aspettavano il loro turno per un’operazione complessa, aspettavano solo di morire.
Infatti solo una persona poteva permettersi in Russia un costoso intervento chirurgico di bypass delle arterie coronariche effettuato da importanti luminari della chirurgia cardiovascolare – il presidente Boris El’cin nel 1996. Ma dov’era il presidente non erano milioni di semplici cittadini …
Un numero colossale di russi in quel periodo morirono per errori medici. Nelle professioni mediche iniziarono ad entrare persone che avevano verso la medicina un rapporto condizionato. Molti iniziarono ad essere negligenti nel loro lavoro.
In Russia Istituti e centri di ricerca medica furono chiusi. Non c’erano finanziamenti, non solo per le attrezzature, ma anche per la semplice manutenzione degli edifici e molti di questi edifici, dopo la loro liquidazione da parte delle istituzioni, iniziarono ad essere oggetto dei colpi dei nuovi business center.
Il medico № 1 – extrasensoriale
Negli anni ’90, un’altra medicina si stava prontamente affacciando alla ribalta: falsa, ciarlatana. Lo Stato semplicemente non doveva più esistere. In televisione apparirono in trasmissione i Kashpirovskij e i Dzhuna che affermavano di essere in grado di curare qualsiasi malattia.
I sensitivi si offrivano, dietro ad onorari altissimi, per curare qualsiasi malattia. Le persone che avevano perso ogni speranza nella medicina di Stato credevano in loro perché non era rimasto più niente.
Fonte: https://zen.yandex.ru/media/nazad90/gibel-rossiiskoi-mediciny-v-90e-5c50b456c50d2200b143ec98